Vivere a lungo con gli antiossidanti? Non sono tutti uguali !

Gli antiossidanti sono fondamentali per proteggerci dai danni al DNA cellulare. Ma non tutti sono uguali e non ci difendono tutti allo stesso modo. Ecco come scegliere l’integratore giusto e lasciare sugli scaffali quelli che non portano alcun beneficio al nostro organismo.

Con il termine antiossidante si intende una sostanza in grado di contrastare, rallentare o neutralizzare la formazione di radicali liberi che si formano in seguito alle reazioni di ossidazione (tutte le reazioni chimiche che utilizzano ossigeno, quali la respirazione e la digestione). I radicali liberi sono molecole altamente reattive. Per questo motivo sono in grado di provocare danni alle cellule, al DNA, alle proteine, ai lipidi e a tutte le strutture cellulari.

Il nostro organismo possiede numerosi meccanismi antiossidanti endogeni atti a proteggerci dai danni ossidativi. Ciononostante, vengono quotidianamente introdotte nel nostro corpo molecole antiossidanti ausiliarie attraverso il cibo (specialmente frutta e verdura). Per via di uno stile di vita spesso scorretto (l’esposizione ai raggi solari aggressivi, al fumo e agli inquinanti ambientali) o durante il corso di malattie batteriche, virali o in caso di febbre, può essere necessario aumentare le difese antiossidanti con l’uso di integratori alimentari.

Attenzione però a scegliere l’integratore giusto ! Per via della loro funzione, le molecole antiossidanti tendono a reagire velocemente con quelle dell’ossigeno che ci circondano, perdendo di conseguenza ogni proprietà salutistica.

Dobbiamo quindi assicurarci che l’integratore assunto:

  1. Possieda la certificazione dell’analisi della capacità antiossidante. Il saggio della capacità antiossidante è indicativo della qualità delle materie prime utilizzate, dei processi di lavorazione, fino al confezionamento. In prima analisi, si effettuano saggi in vitro; tra questi la AOAC (Association of Official Analytical Chemists) ha incluso il saggio ORAC (Oxygen Radical Absorption Capacity – capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno) che grazie a misurazioni precise è in grado di classificare la qualità e l’efficacia di un integratore o di un alimento;
  2. Sia confezionato in modo da garantire la sua efficacia nel tempo. È da preferire il confezionamento in blister, che protegge ogni capsula o compressa in alveoli singoli al riparo da luce, umidità ed aria, piuttosto che il barattolo unico che, ogni volta che viene aperto, potrebbe causare l’ossidazione dei principi attivi. In alternativa, assicurarsi che le compresse siano rivestite da un film protettivo;
  3. Possieda una bibliografia di studi che facciano riferimento ai principi attivi o ai loro mix. È preferibile scegliere supplementi della dieta che contengano sostanze singole o fitocomplessi che siano stati brevettati.  Questo poiché tali sostanze si avvalgono di attività di ricerca e tecniche estrattive innovative atte a non degradare il principio attivo e analisi sia quantitative sia qualitative e saggi sull’efficacia;
  4. Abbia ingredienti che utilizzano la forma biologicamente attiva e maggiormente biodisponibile (ad esempio: la forma naturale delle vitamine). Molte vitamine possiedono attività antiossidanti e vengono utilizzate da decenni a questo scopo. Col passare del tempo e l’avanzare della ricerca, gli scienziati hanno trovato il modo di sintetizzarle in laboratorio per averne una maggiore quantità a disposizione, più velocemente e a un costo minore. Ricordiamo però che la forma naturalmente presente in natura è più potente e maggiormente biodisponibile di quella sintetizzata. Ad esempio: la vitamina B9 è di uso comune tra le donne in gravidanza per la sua azione preventiva di malformazioni congenite, in particolare quelle a carico del tubo neurale. Essa si trova spesso in commercio come Acido folico (forma sintetica), meno biodisponibile, meno efficacie e più economica del Folato (forma naturale);
  5. Possieda estratti titolati in termini di principio attivo. Con l’integratore si ha il vantaggio di poter assumere quotidianamente una quantità nota di principio attivo (prescritta dal medico o dose consigliata da studiosi e ricerche scientifiche). Bisogna quindi assicurarsi di acquistare un prodotto che in etichetta specifichi “estratto secco” (e.s.) titolato in una quantità specifica di principio attivo; 
  6. Non contenga contaminanti. Attenzione a leggere bene l’etichetta e controllare che non ci siano sostanze non necessarie all’attività terapeutica vantata o di derivazione non naturale. Ad esempio, evitare i coloranti (E100 / E199) e gli edulcoranti (E951 / E968) che hanno una mera funzione “estetica”. Prediligere piuttosto gli antiossidanti naturali come conservanti (Vitamine C ed E) ed evitare quelli sintetici come BHA e BHT. Sono consentite, invece, le sostanze non nocive come la cellulosa microcristallina, l’idrossipropilcellulosa o il magnesio stearato, utilizzati come agenti di carica e antiagglomeranti.