Gli effetti collaterali dei farmaci

I farmaci, insieme alla loro azione curativa, possono a produrre disturbi più o meno gravi. La natura ci mette da sempre a disposizione delle molecole che tendono ad alleviarli o eliminarli.

Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato rimedi contro le malattie, dapprima in modo empirico attraverso il riscontro casuale delle proprietà benefiche di un’erba e poi in maniera sempre più scientifica. Nel Settecento iniziano i primi tentativi di estrarre dalla pianta la frazione ritenuta farmacologicamente efficace dal punto di vista terapeutico.  Ma è nel diciannovesimo secolo che avviene la svolta: i principi attivi iniziano a non essere più estratti da sostanze vegetali o minerali ma ad essere ottenute per sintesi chimica in laboratorio. Nel 1874, ad esempio, a partire dal salice, si arriva a sintetizzare l’acido salicilico in laboratorio dal quale, nel 1897, viene ottenuto l’acido acetilsalicilico, meglio conosciuto come aspirina. Questo approccio alla farmacologia ci ha catapultati in una nuova era in cui i farmaci agiscono su specifici meccanismi del nostro organismo in modo selettivo e veloce, attivandoli o spegnendoli, senza una via intermedia (modulazione). Ciò causa degli effetti negativi (comunemente definiti “effetti collaterali”) su altri organi che invece dipendono da essi. I benefici che si riscontrano dal farmaco rendono comunque vantaggioso il suo utilizzo a discapito degli effetti collaterali che si verificheranno nell’individuo che ne fa uso.

Possiamo contrastare o alleviare gli effetti indesiderati provocati dai farmaci servendoci di rimedi naturali quali nutraceutici e integratori alimentari. Ad esempio, il continuo sviluppo di antibiotici ci ha permesso di curare molte malattie che in passato erano letali, anche se ciò non giustifica l’eccessivo uso che se ne fa oggi. Infatti, questi medicinali possono scatenare molteplici effetti avversi che sono correlati all’alterazione della flora batterica che popola il nostro apparato digerente. Essi fanno razzia indistintamente di batteri “buoni” e “cattivi” nel cavo orale, nel tratto gastrointestinale e nell’apparato urogenitale, potendo provocare nausea, diarrea, gastriti, ulcere, vomito, infezioni batteriche e fungine. È consigliabile quindi prevenire tali effetti indesiderati con l’assunzione concomitante di Probiotici di alta qualità che reintegrano i batteri “buoni” (lattobacilli), aumentano la risposta immunitaria e creano un’ambiente sfavorevole alla proliferazione dei batteri “cattivi”.

Un altro gruppo di farmaci largamente utilizzati sono gli antiinfiammatori non steroidei (FANS). Essi possiedono il vantaggio di essere molto efficaci e veloci ma creano spesso ulcere gastriche e duodenali per via del meccanismo d’azione dei FANS, che prevede l’inibizione della produzione di prostaglandine a cui consegue un aumento della secrezione acida e una diminuzione della secrezione di muco e bicarbonati (agenti che tamponano l’acidità). Perciò, con l’assunzione di questi farmaci, si consiglia l’abbinamento di piante come la Malva (che crea un gel protettivo sulle pareti dello stomaco e dell’intestino), lo Zenzero e lo Zinco (un forte antiossidante che controlla lo sviluppo e la funzionalità del sistema immunitario, consentendo di accelerare i processi di cicatrizzazione e proteggendo lo stomaco dalle lesioni).

Il cortisone, grazie alle sue numerose indicazioni terapeutiche (artriti, dolori e infiammazioni articolari, reazioni allergiche, asma, rinite, problematiche dermatologiche) è abbondantemente prescritto. I cortisonici causano molteplici effetti collaterali tra cui l’aumento della ritenzione idrica e del catabolismo dei lipidi, che a sua volta causa la redistribuzione del grasso corporeo e l’aumento di peso. Per questo è utile abbinare ingredienti ad azione depurativa e drenante che aiutino a mantenere sani ed efficienti gli organi dove avvengono le principali reazioni metaboliche (fegato, intestino, reni) e a smaltire i liquidi e le tossine in eccesso. Tra questi troviamo il Tarassaco, il Carciofo, il Cardo mariano, l’Equiseto e la Lespedeza. Inoltre, a seguito di un uso cronico, i trattamenti di cortisone possono causare alterazioni della sfera emotiva. In questi casi si consiglia l’uso di prodotti naturali utili per mantenere il normale tono dell’umore come lo Zafferano e la Griffonia.

In caso di ulcere e gastriti, gli antiacidi più utilizzati sono gli inibitori di pompa protonica, i così detti “prazoli”. Essi inibiscono totalmente la secrezione di acido cloridrico a livello gastrico, condizionando l’assorbimento della vitamina B12 (essenziale per il nostro organismo), poiché l’acidità gastrica permette la sua liberazione dalle proteine trasportatrici a cui è legata, rendendola così disponibile all’assorbimento. Per questo, in loro concomitanza, è bene assumere integratori di vitamine del gruppo B. Inoltre, gli inibitori di pompa protonica influiscono negativamente sull’assunzione di ferro e calcio, il cui assorbimento aumenta notevolmente in ambiente acido. In caso di predisposizione al deficit di assorbimento di uno di questi minerali o in presenza di anemia o ipocalcemia (frequente nelle donne in età matura) è meglio integrare con specifici integratori formulati in modo da garantire un’alta biodisponibilità.

In conclusione, i farmaci, insieme alla loro azione curativa, possono produrre disturbi più o meno gravi che possono essere alleviati o eliminati. Oltre ad un’alimentazione varia ed equilibrata e la pratica di attività fisica costante, la natura è in grado di aiutarci notevolmente, fornendoci numerose molecole che, se sapientemente utilizzate, migliorano la qualità dei trattamenti farmacologici irrinunciabili.