Mangio un frutto o prendo un integratore?

Gli integratori non vogliono sostituire il cibo e uno stile di vita sano. Tuttavia, l’esatta quantizzazione e concentrazione dei principi attivi, nonché la loro forma più facilmente assorbibile, ne fanno ottimi complementi in caso di carenze nutrizionali e in ottica di prevenzione.

Perché utilizzare un integratore alimentare quando possiamo semplicemente assumere l’alimento in cui il principio attivo è contenuto? Perché, pur seguendo un’alimentazione varia ed equilibrata, il nostro corpo potrebbe comunque avere una carenza di nutrienti. In tal caso, l’integratore o il nutraceutico, possono essere un efficace complemento per diverse ragioni.

Innanzitutto, i buoni integratori offrono un quantitativo ben preciso di principio attivo e in quantità concentrate, due elementi che il singolo alimento (per sua natura) non può proporre.

È risaputo, ad esempio, che le catechine del tè verde possiedono forti poteri antiossidanti grazie alla loro capacità di inibire la perossidazione dei lipidi (fattore di rischio per patologie cardiovascolari), inoltre, alcuni studi le considerano dei principi attivi anticancro. Tuttavia, non tutti i tè verdi sono uguali: la quantità di catechine varia in base al luogo di coltivazione, ai metodi di raccolta e di preparazione del tè, influenzandone la quantità assunta. Una forma predosata in compresse o capsule, invece, permette di ingerire una dose nota, sempre uguale e quantitativamente molto elevata, evitando  quindi di dover assumere almeno 5 tazze di tè al giorno per assicurarci la dose giornaliera di catechine consigliata.

Un altro esempio è il resveratrolo, molecola antiossidante contenuta nel vino rosso in grado di inibire alcuni dei processi biochimici alla base di patologie cardiovascolari e neurodegenerative. Anche qui si pone il problema dell’impossibilità di standardizzare la molecola in tutti i vini per non citare il fatto che, per assumere il quantitativo consigliato (50 mg/die), dovremmo bere dai 4 ai 26 litri di vino rosso al giorno (pratica questa non certamente salutare).

La seconda ragione che supporta l’argomento dell’integratore quale complemento al cibo è la biodisponibilità. È un fatto accertato che non tutto ciò che mangiamo viene assorbito e utilizzato dal nostro corpo, infatti, la maggior parte dei nutrienti e dei principi attivi vengono eliminati. 

Il caso più noto è quello del magnesio, minerale necessario all’attività nervosa, muscolare, cardiaca e che è indispensabile al metabolismo dei grassi e alla sintesi proteica. La carenza di magnesio coinvolge circa il 70% della popolazione occidentale, nonostante molti cibi ne siano ricchi. Solo una piccola percentuale infatti viene assorbita tramite l’alimentazione, poiché altri nutrienti presenti negli stessi cibi che contengono magnesio sono quelli che ne impediscono l’assorbimento (fibre alimentari insolubili della crusca e cereali integrali, ossalati negli spinaci e verdure a foglia verde). Con il giusto nutraceutico è possibile aggirare questo problema, scegliendo di associarlo a molecole che ne aiutano l’assorbimento (come fruttosio, fibre solubili e vitamina D) o utilizzando particolari forme del minerale, come quella sucrosomiale (tecnologia brevettata per un maggiore assorbimento e tollerabilità).

Un altro minerale fondamentale per la nostra salute e poco assorbibile dalla dieta è il ferro, la cui carenza è la prima causa di anemia a livello mondiale. In media, le persone sane assorbono circa il 10% di ferro alimentare. In particolare, il nostro intestino è in grado di assimilare il 2-10% di ferro dai vegetali e il 10-35% da fonti alimentari animali. Tramite un buon integratore posso fare in modo di avere il ferro nella forma più biodisponibile (Fe2+), associandolo eventualmente con acido ascorbico (vitamina C) che ne aumenta ulteriormente l’assorbimento.

Ultimo fattore della lista che influenza la decisione di assumere un nutraceutico come complemento all’alimento base è l’apporto nutrizionale e di principi attivi che ci danno i cibi che mangiamo. La maggior parte degli alimenti venduti nei paesi sviluppati sono prodotti non freschi, trasformati e lavorati a livello industriale (surgelati e ultra-cotti), ricchi di ingredienti “nascosti” (grassi, zucchero e sale) e di additivi chimici (acidi grassi trans, conservanti, esaltatori del gusto e coloranti).

Gli integratori alimentari e nutraceutici non dovrebbero sostituire una sana ed equilibrata alimentazione. Tuttavia, viste le loro precise quantizzazioni, concentrazioni e combinazioni, gli integratori di buona qualità sono ottimi complementi alla dieta in casi di carenze o prevenzione, permettendo di standardizzare la quantità assunta di ogni componente.